La Lingua Saurana

Un’isola linguistica unica
al mondo che si è potuta
preservare in tutta la sua
originalità grazie ad un
isolamento durato secoli.

Una lingua unica e affascinante
De sproche

A Sauris/Zahre si narra ancora che il paese fu fondato da due soldati “tedeschi”. Questo racconto leggendario ci fa capire che la comunità ha mantenuto nel corso dei secoli la consapevolezza che i propri antenati venivano da nord, da una terra oltre le Alpi. Ma che tipo di “tedesco” è quello parlato a Sauris? E’ un dialetto appartenente al gruppo linguistico del bavarese meridionale, al quale appartengono i dialetti parlati in Tirolo e Carinzia, cioè nella zona da cui arrivarono i primi abitanti. I loro discendenti, trovandosi staccati dalla terra d’origine e circondati da vallate in cui si parlava il friulano-carnico, continuarono a parlare la lingua degli avi, mentre in Austria e Germania il tedesco si evolveva. Questo spiega perché il saurano (de zahrar sproche) ha conservato molti tratti del Mittelhochdeutsch, il tedesco parlato nel XIII secolo, quando la comunità fu fondata. Per questo esso rappresenta per i linguisti una preziosa miniera da cui “estrarre” reperti fossili che aiutano a ricostruire la storia della lingua tedesca. E i visitatori che arrivano oggi da Austria e Germania provano la sensazione di tornare indietro nel tempo, sentendo parlare come parlavano i loro antenati oltre sette secoli fa!

Essi, tuttavia, non sono in grado di capire perfettamente la parlata saurana, sia per la sua arcaicità, sia perché i secolari contatti con le lingue dei vicini (friulano-carnico, italiano e cadorino) hanno lasciato dei segni. Un esempio? Nell’abbigliamento troviamo, accanto a parole prettamente saurane (khitl, pfaht, roukhe, huet), ne troviamo altre prese in prestito dal friulano e adattate alla parlata locale, come vargessas (pantaloni), gucia (maglia) e mudandas…

De Zahrars ont geholtet abesn praiche vame lonte va bont as sent herkhemen; der onsteindigste ist de sproche, as dur de sekui hin ot ongenumen epas van ondrn sprochn (variaulisch unt belisch). Vur ’s done de zahrar sproche ot gehölfn in studiousn za varsteanan va bont unt beine as d’earstn sent herkhemen.

Dalla tradizione orale alla poesia

Fino alla metà del XIX secolo il saurano ha avuto soltanto una tradizione orale. Verso il 1850 Mons. Giorgio Plozzer, parroco di Sauris, elaborò una traduzione del catechismo latino ad uso dei bambini del luogo, che parlavano esclusivamente saurano. Nella seconda metà del secolo e nel secolo successivo altri autori hanno composto liriche nell’idioma locale ed oggi Sauris può vantare una produzione poetica notevole per una comunità così piccola.

Alle poesie va aggiunto il ricco patrimonio delle preghiere e dei “Canti della stella” (Stearnliedlan), alcuni dei quali risalenti al XVI secolo e tuttora eseguiti nel periodo natalizio. Dal 1965 viene inoltre pubblicato un bollettino parrocchiale, “De Zahre reidet” (Sauris parla), nel quale trovano spesso spazio articoli in lingua locale. 

A pis in de mite vame XIX sekul de zahrar sproche ist börtn grode gereidet. Ime 1850 der Mons. Jörge Plozzer Schbaltnar, pforar van der Zahre, ot iberkheart de Kristigeleare vur de khinder as ont gereidet lai de lontige sproche. Speitar seint börtn geschribn stikhlan, gepete unt liedlan as nou haite tueman petn oder singen. ’S ist schon vame 1965 as beart gedrukhet van der Pforarai der boletin “De Zahre reidet”, mitn stikhlan in der zahrar sproche a.

La lingua saurana oggi

Attualmente si stima che il saurano sia parlato ancora dal 50% della popolazione residente, che lo utilizza in famiglia, ma anche nei luoghi pubblici, negli ambienti di lavoro, in chiesa. I toponimi sono prevalentemente in lingua saurana e le mattonelle con in numeri civici sugli edifici riportano anche il nome di casato (hausnome). Nel 1990 la lingua e la cultura locali furono introdotte nella scuola elementare di Sauris sotto forma di attività facoltative. Per alcuni anni l’insegnamento divenne obbligatorio sia per gli alunni delle elementari che per quelli delle materne, oggi è nuovamente facoltativo e il monte orario è stato ridotto.

Negli ultimi decenni il Comune e le varie associazioni (il Coro “Zahre”, il Circolo Culturale Saurano “Fulgenzio Schneider”, la Pro Loco) si sono prodigati per mantenere in vita e far conoscere le peculiarità culturali e linguistiche della vallata, peculiarità che appaiono sempre più a rischio di estinzione, anche per le ridotte dimensioni della comunità.

Haite pa toge meigeman ausratn as de sproche ist nou gereidet, mear oder mingar, vame holbn vam völkhe ime hause, an der orbat, ime dörfe, in der khurche. D’örtnomen unt de hausnomen sent vost ola in der zahrar sproche geschribn. Vame johre 1990 de sproche unt de kultura van der Zahre bearnt geleart in khinder van der earstn schuele unt in khlanarn a. 

In hintristn johr (de hintristn johr) de Gomande unt d’ Associazions (der Koro “Zahre”, der Zahrar Kulturzirkul, de Pro Loco) tuent minonder orbatn mite leintich za holtan de komunitat unt ira kultura, as ist ana raichikhat vur ola.

Vocabolario Italiano- Saurano

Nel 2008 è stato pubblicato il vocabolario “Zahrer Wörterbuch – Vocabolario saurano”, frutto del lungo lavoro di ricerca del prof. Norman Denison.

Comitato delle Isole Germanofone

Il Comitato, nato nel 2002 per coordinare e favorire la la collaborazione tra le comunità germanofone dell’arco alpino italiano e promuoverne la conoscenza e promozione in territorio nazionale e all’estero. 

La letteratura saurana

Una comunità piccola come Sauris ha un patrimonio linguistico-letterario che nel corso dei secoli ha espresso comunque diversi poeti e scrittori.

 

Verso il 1850 monsignor Giorgio Plozzer elaborò una traduzione del catechismo ad uso dei bambini del luogo che parlavano solo saurano.

 

Sauris diede i natali a Padre Luigi Lucchini, definito dal nipote Fulgenzio Schneider “una persona così dotta che non sarà facile ne nasca un’altra”. Lucchini scrisse “Memorie del Santuario di S. Osvaldo in Sauris”, la ballata “Der olte Pick dörfar unt ‘s Schwäbele” (Il vecchio picchio di Sauris e la rondinella), “Il saggio di dialettologia sauriana”. In quest’ultimo, egli coglieva le analogie tra il saurano ed i dialetti carinziani delle valli di Möll e di Lesach.

 

Sempre nell’800 il sacerdote Ferdinando Polentarutti scrisse diverse liriche dal titolo “ Liëdlan in der zahrar Sproche” (Poesie in lingua saurana). Come non ricordare Fulgenzio Schneider, uomo colto, autodidatta, autore di numerosi scritti fra cui “Memorie di racconti che oggidì si chiamano legende e superstizioni” e “Raccolta di antiche tradizioni ed avvenimenti fino ai giorni nostri di Sauris”.

 

Nel secolo scorso Luca Petris si dedicò alla scrittura di alcune liriche in lingua saurana, fra cui “‘S edelbais” (La stella alpina) il cui contenuto rispecchia la nostalgia di chi vive lontano dalla sua terra.

Anche Costante Petris Völvlan scrisse liriche in saurano, alcune in rima, trattando diversi temi, da quelli familiari e personali alle origini di Sauris.

 

Ferrante Schneider curò la stesura di due volumi di carattere didattico dal titolo “Dialetto saurano”, raccolse alcune filastrocche di origine popolare ed in seguito si cimentò anche nella composizione poetica.

Mario Plozzer pubblicò “La storia della chiesa di S. Lorenzo di Sauris di Sopra” e “Unione Cooperativa di Consumo – 1920-1970 – 50 anni al servizio della comunità saurana”.

Bruno Petris scrisse” Zahrar stiklan – testi saurani”, in cui raccoglieva e commentava i componimenti dei poeti di Sauris. Inoltre egli pubblicò “ Toponimi germanici nella frazione di Sauris di Sopra”, in cui spiegava il significato storico – linguistico e l’origine dei toponimi della frazione.

Giungendo ai nostri giorni Tiziano Minigher continua a dimostrare la sua passione per la cultura saurana pubblicando numerosi scritti anche in forma poetica: “Nina naina Jesulain” (Ninna nanna Bambin Gesù) e “Zahre mai lont” (Sauris mio paese).

La produzione poetica più recente è quella di Fernanda Plozzer, autrice di compimenti in saurano e italiano, alcuni dei quali raccolti nel volume “Johrzaitnstikhlan – La poesia delle stagioni”, e insignita nel 2017 di un riconoscimento a livello nazionale, il 4° posto nella sezione Poesia inedita al Premio letterario “Salva la tua lingua locale”, organizzato dall’UNPLI (Unione Nazionale delle Pro Loco d’Italia). 

In der Zahre, ben ’s a ’s dörfle ist olse khlan, in johr unt in sekui seint börtn abesn schraibars. Ime nainzntn sekul der Hearveiter Jörge Plozzer ot iberkheart de Kristegeleare vur de khinder, as d’ont lai taitsch gereidet.

Der Pater Lucchini ist geben der earste as ot studiert va bont as khement insera öltrn unt insera sproche; er ot ins gelot  ’s earste poetische stikhle, “Der olte Pick Dörfar und’s Schwäbele”.

Der pforar Ferdinando Polentarutti ot geschribn de “Liëdlan in der zahrar Sproche”.

Bie meigeman vargessn in Nenzio Schneider? Er ot abesn gelesn unt alane geleart, ar ot ins gelot hontgeschribna stikhlan as reidnt vame dörflan unt van oltn derzeiln.

Ime vargeantn sekul ondera schraibars seint geben der Luca Petris, der Dante Völvlan, der Mario Plozzer unt der Bruno Petris.

Der learar Ferrante Schneider ot procht de muetersproche in de schuele.

Haite pa toge der Tiziano Minigher Riglar paholtet de lontige sproche unt kultura, assbie de Fernanda Plozzer. Si schraibnt in der zahrar unt in der belischn sproche. 

La Biblioteca

La biblioteca comunale di Sauris inizia la sua attività nell’estate 1996, per essere inaugurata ufficialmente il 3 maggio dell’anno seguente.