Verso sera il gruppo delle maschere iniziava a girare di casa in casa, accompagnato da un suonatore e guidato dal Kheirar, il “regista” della mascherata. Munito di una scopa da stalla, egli bussava col manico sulla porta di una casa, entrava in cucina, invitava il suonatore ad entrare, spazzava con la scopa il pavimento e poi batteva sulla porta per far entrare la prima coppia di maschere (per prime le “belle”) e così via con tutte le altre coppie, poi il gruppo si spostava nella casa successiva e di casa in casa per tutto il paese.
Oggi il rituale si è semplificato, ma le maschere continuano ad ispirarsi a storie, personaggi e attività del passato o del presente, tirando fuori dai bauli e dalle soffitte abiti e oggetti degli antenati, inventando scenette, lasciando libero sfogo all’immaginazione, divertendosi e facendo divertire.