Il carnevale

Una delle tradizioni più sentite
che conserva alcuni aspetti
e riti arcaici ed esercita ancora
un notevole fascino.

Il Carnevale
Voschankh

Un tempo le mascherate iniziavano subito dopo l’Epifania e la benedizione delle case.
Si andava in maschera anche tre volte alla settimana, di solito giovedì, sabato e domenica.
Il personaggio che dava l’avvio alle mascherate era il Rölar: vestito di scuro e con la faccia coperta di fuliggine, faceva tre volte il giro del paese, agitando i rumorosi sonagli (röln) che portava appesi alla cintura per avvisare la gente che era ora di prepararsi.

Ci si vestiva da belli o da brutti, generalmente a coppie.
Le maschere “belle” indossavano i vestiti da festa, ai quali venivano applicati nastri e fiori di carta colorata. Le maschere femminili avevano sul capo una coroncina di fiori di carta e di luccicanti palline e un fazzoletto variopinto o una veletta di pizzo che nascondeva il volto, le maschere maschili invece portavano una maschera di legno e il cappello fiorito dei coscritti.
Le maschere “brutte” usavano vestiti strappati o rattoppati e coprivano il viso con una brutta maschera di legno o con uno straccio annodato dietro la nuca.

Verso sera il gruppo delle maschere iniziava a girare di casa in casa, accompagnato da un suonatore e guidato dal Kheirar, il “regista” della mascherata. Munito di una scopa da stalla, egli bussava col manico sulla porta di una casa, entrava in cucina, invitava il suonatore ad entrare, spazzava con la scopa il pavimento e poi batteva sulla porta per far entrare la prima coppia di maschere (per prime le “belle”) e così via con tutte le altre coppie, poi il gruppo si spostava nella casa successiva e di casa in casa per tutto il paese.

 

Oggi il rituale si è semplificato, ma le maschere continuano ad ispirarsi a storie, personaggi e attività del passato o del presente, tirando fuori dai bauli e dalle soffitte abiti e oggetti degli antenati, inventando scenette, lasciando libero sfogo all’immaginazione, divertendosi e facendo divertire. 

Der Voschankh

An olter onsteindiger prauch in der Zahre ist der voschankh. Ime schembltschnos der Rölar geat umenonder ime dörflan unt mime geschnere van sain röln impietet ’s völkh onzaleigansi. Man meignsi onleign schean oder scheintan: de schean schembln mitn schean oltn khitln unt vairtachgebeinte, ame khoupfe a khreandle prievana roasn unt glostrnta pèlelan unt ame gesichte a vehl oder a geneatign hilzan maschkar, de scheintan schembln mit olderna scheinta zarissna oder gepetscheta gebeinte unt an scheintan maschkar. Tschnosbert de schembln mitn vleitars unt mime Kheirar vouron geant umenonder ime dörflan.

Dervour seinman gean schembl drai vörte an de bouche unt iningean in oln haiser; der Kheirar ot gekhloukhet an der tihr mime sain stolpesn, gekheirt in poudn, iningelodn in vleitar unt a pohr schembln an de vort. Haite istis ois a dingele getauschet, ober de schembln tuent nou gustholtn unt norazn!

Il Carnevale Saurano oggi

Oggi il rituale si è semplificato, ma le maschere continuano ad ispirarsi a storie, personaggi e attività del passato o del presente, tirando fuori dai bauli e dalle soffitte abiti e oggetti degli antenati, inventando scenette, lasciando libero sfogo all’immaginazione, divertendosi e facendo divertire…